Camminare rende felice
10mila benefici della camminata veloce

Curiosità 10 nov 2020

Camminare a passo spedito è un toccasana. Si fa ovunque, non costa nulla, è alla portata di tutti - essendo un'attività leggera e di bassa intensità - e porta un'infinità di benefici fisici e mentali. Fa lavorare i muscoli delle gambe come i quadricipiti, i muscoli posteriori della coscia, i polpacci, i glutei ma anche gli addominali e i muscoli spinali, ossia i muscoli della colonna vertebrale e fa magia nell'organismo. Chi cammina veloce vede migliorare la sua frequenza cardiaca, respira meglio e tiene sotto controllo il proprio peso.

Si bruciano tra le 200 e le 300 calorie al giorno. Non è nemmeno molto impegnativa. Una ricerca dell'Università dell'Indiana sostiene che sono sufficienti tre sessioni di camminata veloce di soli cinque minuti per invertire gli effetti dannosi sulle arterie e sulle gambe di chi sta seduto troppo tempo. Infine chi cammina con i bastoncini, pratica il Nordic Walking, fa un'attività “total body” in quanto coinvolge anche le braccia.

Chiara Forlani e Lidia Odron sono instancabili camminatrici. Tutti i giorni, in tutte le stagioni, a passo sostenuto, fanno il lungomare di San Benedetto del Tronto. «Abbiamo lo stesso ritmo e proviamo lo stesso piacere a praticare questo sport – racconta Chiara – facciamo più di 11 chilometri presto alla mattina o di pomeriggio, dipende dal tempo e dalle stagioni. Ogni tanto – svela - cambiamo paesaggio. Due anni fa, il nostro allenamento ci ha consentito di fare, da sportive, e senza nessun problema, i 118 chilometri delle ultime 6 tappe del cammino di Santiago di Compostela».

Uno dei più importanti cammini spirituali d'Europa frequentatissimo per i benefici fisici e mentali che porta a chi lo sfida ed oggi allo studio di numerose università che stanno dimostrando che la camminata attiva migliora la memoria, aumenta la capacità di concentrazione e la produttività sul lavoro, stimola la creatività, allontana la depressione, insomma rende felice.

Il camminare veloce può anche essere uno strumento di prevenzione del diabete di tipo2. «In questo caso mettere la scarpa giusta è fondamentale» osserva Franco Salvatelli di Civitanova Marche. Ricercatore di fama internazionale sulle soluzioni ortesiche e calzature ma più di tutto inventore di algoritmi e di brevetti sullo scarico del piede, spiega che «avere male mentre si cammina indica che ci sono problemi o di postura o con la calzatura a cui la persona deve trovare subito delle soluzioni prima che il dolore si trasformi in ferita con tutto il suo carico di conseguenze negative. Ragione per cui i medici hanno a disposizione un mio algoritmo che, in un modo semplice, indica quale tipo di calzatura è idonea alla persona per il suo specifico problema e, nel caso del diabete di tipo 1 o 2, le consente di camminare protetto e di tenere sotto controllo la distribuzione del suo peso e la biomeccanica aiutandola a gestire la malattia ed i rischi connessi».

Véronique Angeletti

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