Castagne e vino novello
la festa di San Martino e dei Cornuti

Enogastronomia 14 nov 2020


Oggi, 11 novembre è una giornata speciale. Si mangiano castagne e si beve vino novello. Tra sacro e profano è la festa di San Martino e anche quella delle persone tradite.

Il tutto vanta radici remote. È la reminiscenza di una festa pagana che celebrava la fertilità e la fine dei lavori agricoli. Nelle Marche, a Grottammare, la si ritrova in una plurisecolare fiera dedicata al Santo (causa Covid annullata) abbinata alla "corsa dei cornuti".

«Niente da vedere con gli adulteri - ironizza l'assessore comunale Lorenzo Rossi – ma alla presenza di tantissimi bovini con le corna in una fiera che, storicamente, era la più rilevante tra Ancona e Pescara. Corrispondeva al periodo in cui i contadini erano obbligati a "scasare" ossia a rinnovare, come in tutt'Italia, i contratti agricoli annuali». Il che è all'origine dell'espressione “fare San Martino”.

Più divertente il racconto di leggende locali. Sostengono che la corsa a Grottammare potrebbe essere un ricordo delle vistose corna degli elmi dei Longobardi durante le parate che dedicavano al santo. Come potrebbe alludere ai contadini furbi che, alla fiera, “facevano cornuti” i padroni vendendo prodotti destinati a loro. Anche se la più “verace” rimane la versione, diffusa nello Stivale che fa del giorno di San Martino, la festa dei cornuti perché solleva dubbi sul comportamento delle mogli rimaste a casa mentre gli uomini si recavano a quello che era ovunque l'ultima fiera prima dell'arrivo dell'inverno.

Intanto, la tradizione vuole che in questi giorni si viva l'estate di San Martino. La leggenda racconta che, per 3 giorni, c'è una tregua dal freddo a ricordo della generosità del “chevalier Martin de Tours” che, quando si accorse di un vecchio quasi nudo e infreddolito, con la spada tagliò il suo mantello in due per donarne metà al poveretto.

Nel detto “A San Martino, ogni mosto diventa vino", anche il novello trova nella festa la sua giustificazione. ICiincide con il giorno in cui termina l'anno agrario e anche vitivinicolo, e si gusta un vino frutto di macerazione con anidride carbonica pronto da bere, caratterizzato da sentori fruttati. L'uva non viene pigiata, ma lasciata macerare per un massimo di 20 giorni ad una temperatura alta (circa 30°) e senza ossigeno.

Poi c'è la leggenda del soldato romano convertito al Cristianesimo che, per umiltà, non volle diventare vescovo e scappò di notte dal convento. Si rifugiò in un’aia piena di oche. Alcune persone lo cercarono con delle lanterne e lo scoprirono per merito del chiasso fatto dalle oche. Pertanto in Germania, dal 11 novembre fino a Natale, tutte le sere si accende una lanterna, Rappresenta il calore dell'estate all'arrivo del freddo dell'inverno. E l'oca è fatta arrosta in Germania, in Svizzera ma anche in Friuli, Veneto, Lombardia e nella vicina Romagna.

Véronique Angeletti

BOX BOX BOX

Presentare sempre le castagne cotte a tavola avvolte in un canovaccio umido.
Aiuta a sbucciarle

Le castagne sono l'unico frutto che si deve mangiare cotto ma prima della cottura in forno, in padella, sulle braci, devono essere incise orizzontalmente sulla parte bombata con un taglio ( 2 – 3 centimetri), senza intaccare la polpa. Metterle in ammollo una ventina di minuti rende più facile togliere, una volta cotte, la buccia e la pellicina. Se le cuocete in padella con del sale grosso, sembrerà di mangiare caldarroste.

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